Bucolico. La bellezza e la tristezza.

Un altro week end che un po’ soffoca, agita, racchiude fra le 4 mura, con poche interazioni sociali e troppe malinconie.

E allora cerchi di distrarti dal pensiero, dalle preoccupazioni, in ogni modo possibile. E io ho questa nuova fissa del giardinaggio che anche nei primi giorni invernali mi continua a dilettare.

Sabato è stata una bellissima, fredda giornata, mentre ieri, domenica, i colori si sono spenti, ha dominato la nebbia ma non ha piovuto. Certo, ormai fa buio prestissimo, ci avviciniamo alle giornate più corte dell’anno, e questo non aiuta troppo.

Ma tant’è. Dicevo: contadino della domenica! E del sabato. Sabato mi sono risoluto, dopo giorni di studi attenti e valutazioni paesaggistiche, a comprare e immediatamente piantare, due alberelli di feijoa. Qui qualche approfondimento sulla pianta. Sempreverde, della famiglia dei mirti (che ho, i mirti!), fiori bellissimi e frutti sani e molto gustosi. Mi pare perfetto. Ne ho prese due perché sono una coppia: la feijoa, come il kiwi, non è autofertile e ha bisogno di un compagno per dare frutti. Ci stanno bene, come potete vedere qui sotto, appena piantate:

Ecco le due feijoa.

Adesso speriamo si acclimatino. Ma l’effetto e l’integrazione ci sono!

La domenica invece ho avuto l’occasione di arricchire la mia collezione di agrumi, aggiungendo – grazie a un graditissimo regalo, un qumquat (mandarino cinese) e un pompelmo, alla famiglia già composta di un cedro della Corsica, un chinotto, un limone e un arancio. Limone e arancio, i più grandicelli, sono nella stanza che una volta era la vecchia mangiatoia, con delle grandi feritoie di luce che li illuminano, creando dei riflessi e dei cromatismi spettacolari. Per non dire dei profumi di zagara, i loro fiori, che si sono irradiati nell’ambiente e che emergono anche soltanto a strofinare le loro foglie. La bellezza ci salverà.

Profumi, giusta luce, bellezza.

Ah, e infine l’orto, che richiede poco invero di questi tempi – qualche erbaccia da eradicare e poco più – ma che, anche al solo mero farsi osservare crescere, gratifica, e mi permette di passare del tempo con una aiutante speciale.

Mignola e i cavoli.