Addio LadyCocca

Orazio senza più LadyCocca

San Francesco. Non che mi interessi qualcosa. Siamo in ottobre, il mese più bello (più o meno come reputo agosto il mese più brutto). Una domenica di relativo sole fra giorni di costante pioggia. E ne ho approfittato per dedicarmi al giardinaggio. Il clima era un po’ strano, malinconico. Il motivo? Apparentemente futile, ma ben percepibile nell’aria.

L’altro giorno una volpe (presumo) si è portata via LadyCocca. Il dramma di quel momento era infatti evidente negli atteggiamenti dei due pennuti superstiti: il gallo Orazio e la gallina Omelette. Orazio non canta, ma piange. E la notte non rientra più nel pollaio, ma vagabonda irrequieto nell’erba medica qua accanto per poi trovare riposo non ho ancora capito dove. Il suo primo amore, sulla quale la di lui tracotante vis erotica aveva generato un blocco oviparo – risolto solo con l’acquisto della terza amante, Omelette – non c’è più. Anche Omelette ha accusato, eccome, il colpo: bolsa, statica, stralunata, ha occhi ancor più rossi e ieri ha anche espulso un uovo non formato (sindrome da stress post traumatico nei pennuti, azzarderei) lontano dalla posatoia, nell’angolo dove si è accartocciata triste diuturnamente. Orange sembra quasi aver intuito cosa è successo, e si è fatto ancora più coccoloso. A me inquieta quasi sapere che probabilmente la volpe tornerà a prendere anche loro.

Io ho tolto erbacce. Tante. Ma ho ripulito le more. Il campo sotto l’orto. L’orto stesso, ormai solo con qualche piantina di melanzane. Attorno al pozzo. Lungo la nuova scala che dal pozzo conduce su all’orto. Vicino al ricordo di mio babbo: il nocio e la croce.  Dappertutto. Schiena giù, strappa via. Butta nel compost. Centinaia di volte.

Una domenica comunque positiva. E da domani si ricomincia al lavoro, con una settimana bella intensa…