La riconquista delle emozioni.

Domenica mattina. Il gatto mi dorme accanto mentre io aggiorno il blog: l’ho fatto clandestinamente entrare mentre tutte ancora dormono.

Stanotte abbiamo spostato gli orologi indietro di una ora e questa mattina appare più lunga e ovattata del solito, avvolta da una soffice nebbia, calda, coi colori rossastri dell’autunno, i cinguettii ancora non sopiti.

Stavo riguardando distrattamente: due settimane dall’ultimo post. Ritmi di aggiornamento non frenetici, perchè frenetica è la mia routine lavorativa. Da luglio, direi, quando quasi “pour parler” si è iniziato a prospettarmi una ulteriore, gratificante, area di responsabilità del mio lavoro in Ruffino, sono stato fagocitato in un tourbillon di cose e impegni da cui inizio a emergere solo ora, con tante nuove amicizie e conoscenze professionali, sfide intraprese, qualche notte insonne, adrenalina, passioni..

L’ho detto l’altro giorno quasi per caso, mentre veniva presentato alla stampa un correlativo oggettivo del tanto correre e affannarsi di questa estate, ovvero la locanda Le Tre Rane – Ruffino, di cui, da quanto mi piace e ne sono travolto, parlo e scrivo ormai ad taedium di tanti. Ecco, dicevo, adrenalina, passioni, emozioni: in parte, anche del tutto, mi ero spento. Un anno fa, dieci mesi fa, cinque mesi fa, vivevo la mia vita con molte difficoltà. Al lavoro e soprattutto nella vita privata e di babbo, e compagno. Le facevo tutte, ci mettevo l’anima, ma sentivo molto un gelo interiore, figlio di paura, dolore, insicurezze. E l’altro giorno, appunto, parlando agli amici giornalisti, mi è venuto quasi naturale dirlo, anche se il concetto non aggiungeva niente al progetto della locanda: “Io ho ritrovato delle emozioni, anche di stress, di rabbia, e di questo sono grato a Ruffino e a quella meravigliosa storia di cui mi sono innamorato delle Tre Rane di Leonardo da Vinci”.

La locanda, la brand experience, mi ha restituito quel caos interiore, quella voglia di fare e di costruire sui progetti, su dei sogni, che mi ha sempre guidato come persona. Siamo una famiglia diversa, ora, ma un diverso non negativo. Ferita, molto poco proiettata sul futuro e ancora meno sul passato ma che riesce a riempire di concretezza, di sapori e di bellezza ogni giorno del suo presente.

Il gatto, forse cullato dal mio tamburellare alla tastiera, ha preso sonno e sta russando. Dalle camere, niente si muove. Oggi vorrei fare il cambio dell’armadio e la pulizia della lavanderia. Chissà se trovo proseliti. Dubito. Ma da domani inizia un’altra settimana piena per tutti e sembrerebbe anche in arrivo il primo freddo. Nel frattempo, è scesa Matilde e si è messa a coccolare Arancino, come si può vedere dalla foto di copertina.

Buona domenica!