È arrivata l’estate.

Il mio sentierino.

È arrivato giugno e quel caldo estivo che attendevamo con ansia. Come temevamo, ci siamo bruciati la bella stagione, la primavera con le sue temperature dolci di giorno e fresche le notte. Non ci lamentiamo: nessuno sopportava ormai più la pioggia continua che ha accompagnato tutto maggio.

Siamo arrivati a riprenderci la stagione che lo scorso anno avevamo interrotto a metà. Lo facciamo profondamente cambiati, Laura ancora con lunghe cure da sostenere, ma la voglia davvero di vivere questa nuova vita, diversa, che ci ha ferito, ma che ci ha anche aspettato e che nostro malgrado si è fatta desiderare più di prima.

E noi viviamo. Abbiamo comprato degli splendidi cuscini per i divani in ferro battuto sotto la pergola. Quest’anno ho concesso a colture unicamente ornamentali, fiori in vaso, di adornare il giardino, per il puro onanismo di godere della bellezza dei fiori. Ho un orto che mi mangia tempo e mi restituisce serenità, e lo curo con dedizione e con a fianco un sornione gatto arancione. Sono state murate le ringhiere in ferro battuto, trovate a Forlimpopoli qualche settimana fa nella mia caccia al riuso. Mi sto perdendo nei dettagli e nei particolari, convinto che la bellezza ci possa nutrire. E sabato mi sono anche dilettato a sviluppare un sentierino con le lastre di pietra lungo il prato, e mi è anche venuto bene: sono percorsi storti e sghembi, come spesso mi trovo mio malgrado o scientemente a dover intraprendere, ma va bene così.

E domenica, ieri, abbiamo dato una festa per la classe di Matilde: Matilde e anche Costanza felicissime e noi orgogliosi di far vivere ai nostri amici l’aspetto più essenziale e magnetico di Bisarno, la sua naturale ospitalità. È stata una faticata, io ero già febbricitante e Matilde lo è da oggi, ma ne è valsa la pena. Penso che fino allo scorso anno sarei stato io per primo meno aperto a eventi come questo e avrei fatto prevalere il mio L ato musone e un po’ misantropo, attitudini che di solito riservo al mio io privato mentre al lavoro appaio l’esatto contrario. Invece ho accolto la proposta di Laura e vissuto con piacere questa occasione per stare insieme ad altre persone, accettando finanche con atipica filosofia che i bambini giocanti mi pestassero nelle loro scorribande qualche piantina…quantum mutatus ab illo.

Le mie bambine in attesa (trepida) della festa